Effettuare la portabilità da un operatore di telefonia mobile ad un’altro è ormai una pratica che si chiude con pochi giorni di attesa. Durante l’ultimo anno a me è capitato diverse volte e, caso strano, ho potuto riscontrare notevoli differenze passando da un operatore ad un’altro, nella durata della batteria del mio smartphone. Mi sono documentato e ho cercato di capire il perché!
Vi anticipo già che questo post non è scritto per “scienza esatta” ma è composto da un’insieme di pareri che ho raccolto leggendo diversi forum.
Tutto inizia dalla tecnologia con cui il nostro cellulare o smartphone si connette alla rete mobile. In Italia come nel resto del mondo ci sono tre macroreti:
- 2G – reti di seconda generazione GPRS ed EDGE.
- 3G – reti di terza generazione UMTS, HDSP, ecc.
- LTE – reti di quarta generazione attualmente in fase di sviluppo.
Tralasciando la tecnologia LTE ancora in fase embrionale, tutti gli operatori italiani sfruttano sia reti 2G che 3G. L’unico operatore che possiede solo rete 3G è H3G (Tre). H3G e Vodafone sono gli unici operatori che hanno spostato la loro copertura nativa in tecnologia 3G. Wind e Tim invece sfruttano ancora il vecchio protocollo EDGE.
Ecco qui la prima chiave di volta del perché Wind e Tim consumano più batteria! il continuo passaggio da rete 2G a rete 3G quando c’è richiesta dati fa lievitare il consumo della batteria.
Fin qui tutto chiaro?
Adesso arriviamo ad un’altra chiave per risolvere il problema: Fast Dormancy
Il nome corretto per questa tecnologia è Network Controlled Fast Dormancy (NCFD). Questa tecnologia permette di ridurre il carico delle reti cellulari evitando la saturazione delle linee e aumentando di conseguenza la durata della batteria.
Come funziona?
Quando il telefono è collegato alla rete (non Wi-Fi) ha bisogno di entrare in alcuni stati per poter scambiare dati e mantenere attiva la connessione.
Se l’operatore non dispone di supporto Fast Dormancy, o questo è disattivato, gli stati del che prenderà il telefono sono semplicemente: “collegato” o “non collegato”. Ciò significa che ogni volta che il telefono si connette alla rete per una chiamata, un SMS o una richiesta dati, passerà da uno stato di riposo (basso consumo) ad uno di attività (consumo massimo) per poi tornare a riposo. Questi continui passaggi fanno aumentare il consumo di batteria.
Fast Dormancy cerca di limitare questo problema introducendo degli stadi “intermedi”. In pratica se il telefono necessita di più dati questo passerà da uno stato a consumo ridotto allo stato successivo senza mai raggiungere picchi non necessari. Mantenere uno stato intermedio non interrompe il consumo della batteria ma evita picchi consumandola in modo costante e senza sprechi.
I pareri e le esperienze sul Fast Dormancy sono contrastanti. Personalmente ho notato molti benefici alla batteria del mio smartphone con operatori che sfruttano Fast Dormancy (Vodafone e H3G). Viceversa consumi elevati di batteria con Wind e Tim.
Leggendo su alcuni forum mi è sembrato di capire che anche Tim stia cominciando ad implementare questa tecnologia.
Voi cosa ne pensate? Scrivetemi la vostra esperienza!